L'industria cartaria italiana resiste alla crisi

Il settore del packaging ha fatto la differenza

L'industria cartaria italiana resiste alla crisi

L'industria cartaria italiana ha dimostrato di resistere all’ondata di crisi provocata dall’emergenza sanitaria. Lo testimoniano i dati raccolti e pubblicati di recente da Assocarta, l’associazione imprenditoriale di categoria che aggrega, rappresenta e tutela le aziende che producono in Italia carta, cartoni e paste per carta.

Nel 2020 la produzione di carte e cartoni si è collocata su poco oltre gli 8,5 milioni di tonnellate (-4,1% sui volumi 2019 nonostante il lockdown nazionale che ha costretto alla chiusura molte attività utilizzatrici). Per quanto riguarda il fatturato si parla di 6,35 miliardi di euro, in calo del 12,5% rispetto al 2019. Due sono stati i settori che hanno permesso di restare sul podio in Europa, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia: le carte per usi igienico-sanitari (+2,9%) e il packaging (+4,7%), grazie, in particolare, allo sviluppo dei volumi di carte e cartoni per cartone ondulato (+11,6%). 

Anche i primi mesi del 2021 fanno ben sperare: da gennaio ad aprile i volumi prodotti hanno fatto segnare un +7,3% mentre per il fatturato si registra un +8,9%. Confermato l’aumento dei volumi di carte e cartoni destinati al packaging (+10,7%), mentre è in parziale recupero la produzione di carte per usi grafici (+5,1%). Inoltre i primi dati relativi all'anno in corso evidenziano anche un ulteriore aumento del consumo di carta da riciclare facendo segnare un +13,8%, rispetto all'analogo periodo 2020. 


INDUSTRIA CARTARIA ITALIANA SUL PODIO EUROPEO


L'industria cartaria italiana si attesta tra le prime posizioni in Europa nonostante la crisi pandemica. Il nostro Paese è terzo nella classifica europea per la produzione di carte e cartoni dopo Germania e Svezia con 8,5 milioni di tonnellate, pari al 10% dei volumi realizzati. Andando nel dettaglio invece, l’Italia è primo produttore europeo nel settore igienico-sanitario con 1,6 milioni di tonnellate (pari al 20,4% dei volumi europei) e secondo utilizzatore europeo di carte da riciclare dopo la Germania (5,7 milioni di tonnellate utilizzate nel processo produttivo, pari all'11% dei volumi europei). Infine, medaglia di bronzo per quanto riguarda la produzione di carta e cartone da imballaggi (4,8 milioni di tonnellate, 10% dei volumi europei).

L'essenzialità e la circolarità del settore deve fare però fare i "conti" con i costi di produzione che per il 60% sono costituiti da quelli delle materie prime fibrose (cellulosa e carta da riciclare) e da quelli energetici e di compensazione CO2. I prezzi delle materie prime sono aumentati negli ultimi mesi, proprio in un momento storico in cui la carta sembra essere uno dei materiali preferiti come alternativa alla plastica. Del resto, l’Unione Europea ha assunto una posizione chiara in merito alla riduzione della produzione e immissione in commercio di ulteriori polimeri: qualche giorno fa è entrata in vigore la direttiva europea “Single Use Plastic” (SUP) che mette al bando gli oggetti monouso ritrovati più di frequente nei mari e nelle spiagge. 


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